

…E sebben per molto tempo invano il dardo scossi,
dal foder fuor trassi la fida spada
e con così tanto furor il mio destrier mossi
che il bosco folto sembrò come ampia strada,
…e l’atroce drago, come stanco fosse,
più lento tuttavia par che se ne vada,
ma quando sembra che già lo stringa o tocchi,
piccol campo ancor ei prende innanzi agli occhi…
ma giacchè per i boschi è vera la fama che rimbomba,
risuona la carica con maggior tromba
e temprano la cetra gli alberi e le stelle, unici compagni di sempre,
con gli antichi carmi, affinché il Goblin rimpugni le armi e sfuri e s’infochi
perché sia scoccato presto quell’inclito colpo finale che sventrerà il drago,
che glorierà il Goblin che tornerà al “mondo” incoronato Ammazzadraghi,
nella pienezza di sé, in compiuta Filosofia ed Autentica Esistenza…
…poiché si compia il mio divino destino che me dei draghi vuole Re
ed è ben che soltanto in manto d’ermellino, in possesso del mio “Arché”
e dopo aver spaventato, sbaragliato, matato ogni drago,
ch’io ritorni al “mondo” pago.
